Chiesa dei Santi Vincenzo e Bernardo

Ultima modifica 26 luglio 2023

La piccola chiesa dei Santi Vincenzo e Bernardo è in realtà uno dei gioielli del comune. Costruita ai primi del 600, presenta un interno suggestivamente affrescato. Una lapide ricorda i benefattori di un restauro eseguito nel 1829, fra cui si ricordano i Salterio, i Melzi d'Eril ed i Visconti di Modrone.

La fondazione del beneficio parrocchiale della chiesa dei SS. Vincenzo e Bernardo di Moirago risale al 7 maggio 1610 per smembramento della parrocchia di Badile.
 
Nel 1569 in Moirago c'era un cappellano di nome Ambrogio de Ciseri che beneficiava di una annuale sottoscrizione tra i parrocchiani del villaggio e delle cascine vicine. Nel 1587-88 gli abitanti incominciarono a chiedere lo smembramento da Badile e lo ottennero l'8 agosto 1588. La comunità parrocchiale si impegnò a versare al parroco lire 360 imperiali annue a cui si aggiunsero altre 100 del legato Caimi, famiglia che possedeva la maggior parte dei terreni del luogo. Il rogito fu fatto dal notaio di Milano Gio Batta Gorgonzola.
 
Il primo parroco fu il sac. Bernardino Speciolo che morì quasi subito ed a lui subentrò per elezione popolare il sac. Bartolomeo Crivelli.
 
Un interessante documento, ritrovato nell'Archivio della Curia Arcivescovile di Milano, dice che ci fu una intenzione di inserire la parrocchia di Moirago nella pieve di Rosate, nel tentativo di annettere a Moirago alcune cascine di Gaggiano e di Zibido, e precisamente il Boscaccio, il Dosso ed il Camuscione.
 
Il documento specificava che Moirago era ad occidente di Lacchiarella, da cui distava tre miglia, era confinante con S. Pietro Cusico, Basiglio della pieve di Locate, Badile, Zibido, Romano (Romano Banco), Assago e Rozzano.
 
Qualche anno più tardi, e precisamente il 3 luglio 1597, si recava a Moirago il Visitatore Diocesano Mons. Bracciolino, proveniente da Campomorto, e conduceva con sé il notaio per la relazione.
 
Veniva visitato il SS. Sacramento che era riposto in una pisside argentata, il tabernacolo era di legno ed il SS. Sacramento era portato fuori di chiesa in processione attorno al cimitero ogni prima domenica del mese. Il battistero era situato a sinistra dell'ingresso in una cappella tutta dipinta.
 
Il vaso per l'acqua santa era rotondo e di materiale siliceo.
 
Il battesimo era amministrato diligentemente.
 
In parrocchia non c'erano né interdetti, né inconfessi e nemmeno persone ignoranti in fatto di religione. L'altare maggiore aveva una mensa di legno, in essa era inserita la pietra sacra ed era ornato di un pallio argentato. Ai lati dell'altare c'erano due angeli e quattro candelabri. L'altare era diviso dalla navata da una "bradella=cancellata" in legno. La cappella dell'altare maggiore era tutta dipinta ed una finestrella le dava la luce.
 
Ai lati dell'unica navata c'erano i dipinti di Cristo, della B.V. Maria, di S. Bernardino e S. Vincenzo situati nelle varie cappelle laterali. Il pavimento era fatto in mattoni, ben sistemati. La chiesa non era consacrata. Esisteva un legato disposto da Bartolomeo Caimi, esteso anche ai suoi eredi. La festa patronale era all'll di gennaio, in cui si commemorava S. Vincenzo; a tale festa intervenivano tutti i sacerdoti della pieve con il prevosto di Lacchiarella. Non esistevano nella chiesa sepolture : "sepulturae nullae". La chiesa aveva due porte, la " major " per il popolo, la " minor " per il solo parroco. C'era un solo confessionale, un campanile con due campane e la chiesa possedeva molti arredi sacri. Il cimitero era antistante alla chiesa, in esso c'era una grande croce. Il numero degli abitanti era di 350 di cui 200 in età di comunione. Un''altra festa era celebrata il 20 agosto a S. Bernardo. Nel 1582 venne fondata la scuola dei Disciplini, due anni più tardi quella del SS. Sacramento e più tardi ancora quella del S.Rosario.
 
Nel 1792 Papa Pio VI concesse per sette anni l''Indulgenza Plenaria, applicabile ai defunti, alla chiesa del villaggio per il giorno della Comunione Generale. Gli abitanti oscillarono sempre tra i 500 ed i 300 fino ai nostri giorni. Il Visitatore terminava così la sua relazione:
 
"La chiesa ਠdi pareti antiche, fatte di materiale inferiore, la facciata con un piccolo portico avanti sostenuto da stessa facciata da un capo, dall''altro da due colonne di migliarolo. Ha una sola porta proporzionata alla grandezza della chiesa ed ha portico che guarda verso occidente. Dalla porta fino alla roza (rozza) balaustra ਠlonga braccia 18, larga braccia 11 e mezzo fino al soffitto di legno dipinto. Braccia 8 et once 9 dalla balaustra fino al muro posteriore del coro...".Il Visitatore scriveva ancora delle note al riguardo della cappella della B.V. Maria, situata a destra rispetto all''ingresso, che aveva pareti dipinte raffiguranti angeli e la volta con una Madonna di "bellezza stimabile".
 
Seguiva la descrizione del battistero, del campanile alto 43 braccia, degli arredi sacri e dei libri d'archivio. La parrocchia di Moirago ebbe pochissimi benefici e talvolta per decine d''anni consecutivi nulla di nulla.
 
Nel secolo scorso, con testamento, Gerolamo Longhi lasciò 700 lire austriache annuali per un sacerdote coadiutore. Morto il Longhi, la sua volontà venne rispettata dagli eredi ed il primo coadiutore si presentò il 23 marzo 1847.

 

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